di Guido Di Stefano
Correva il secondo semestre dell’anno 2014 quando il presidente della Regione Siciliana donava contenziosi per circa 5 miliardi (riconosciuti poi diritto della Sicilia) al governo di Roma, nella persona del signor Matteo Renzi; il dono veniva ricambiato con l’elargizione di mezzo miliardo.
Tornò il presidente orgoglioso di quell’atto posto in essere “sponte sua”, senza alcun mandato o esplicita condivisione preventiva evidente da parte di alcun organo istituzionale (ad esempio governo o parlamento regionale). D’altra parte nessuno mosse particolari censure o contestazioni di rilievo. Neanche a parlarne di mozione di sfiducia per l’occasione.
E tale accettazione (diciamo passiva) del fatto compiuto ci lascia perplessi.
Sorvoliamo un attimo su tanti altri fatti inesplicabili e/o inesplicati e soffermiamoci prima sui fatti odierni, che stanno passando nel silenzio pressoché generale degli “eletti” dal popolo.
A Roma sono stati emanati lo “Sblocca Italia” e il decreto “Sviluppo”, presentati come taumaturgiche cure per i malanni sociali-economici-finanziari che travagliano i poveri Italiani e l’Italia tutta.
Bene sulle scelte romane contenute nei due atti sopra nominati non concordano tutti, per cui i rappresentanti dei Consigli regionali (eletti dai cittadini) di ben dieci regioni (Basilicata animatrice, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) depositano in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni entro le 12 miglia e sul territorio.
La Sicilia NO: perché il presidente “siciliano” avrebbe fatto all’ENI delle promesse molto “liberali”. Già perché la Sicilia vanta solo tra terra e mare, realizzati e come permessi di ricerca, attivi e inattivi appena un migliaio di fori relativi ai prodotti petroliferi liquidi e gassosi. Abbiamo avuto qualche difficoltà nelle ricerche ma abbiamo rintracciato indicazioni di fori terrestri certi in provincia di Agrigento (35), Caltanissetta (157), Catania (97), Enna (124), Messina (15), Palermo (24), Ragusa (148), Siracusa (31), Trapani (33): 664 in tutto. Nel mare è “attiva” la concessione di coltivazione “C-C6-E0” (dove si incontrano ENI ed Edison) , con una previsione finale di appena 166 trivellazioni : ALFA 001, ARCHIMEDES 001, ARETUSA 001, CARLA 001, CERNIA 001, CORVINA MARE 001, DELFINO 001, EVA 001, GABBIANO 001, GELA 021, GELA 028, GELA 031, GELA 065, GELA 070, GELA 073, GELA 074, GELA 077, GELA 078, GELA 079, GELA 084, GELA 085, GELA 087 DIR, GELA 088 DIR, GELA 089 DIR, GELA 089 DIR A, GELA 090 DIR, GELA 090 DIR A, GELA 111 OR, GENZIANA 001, GENZIANA 001 DIR A, GIADA 001, IRENE 001, LEONE 001, LUCATA 001 X, MERLUZZO MARE 001, MILA 001, MILA 002, MILA 002 BIS, MILA 003, MILA 004, MILA 004 DIR, MILA 005, MILA 006, MILA 006 DIR, MILA 007, MILA 008 DIR, MILA 009, NADA 001, NAILA 001, NANDA 001, NARCISO 001 DIR, NARCISO 001 DIR A, NARCISO 002, NARCISO 003, NAUSICAA 001, NELLA 001, NERINA 001, NETTUNO 001, NILDE 001, NILDE 001 BIS, NILDE 002, NILDE 003, NILDE 003 BIS, NILDE 004 DIR, NILDE 005, NILDE 006 DIR, NILDE OVEST 001, NINFEA 001, NIOBE 001, NIVES 001, NOEMI 001, NORA NORD 001, NORMA 001, NOVELLA 001, NUCCIA 001, NUNZIA 001, OLGA 001, ONDA 001, ORESTE 001, ORIONE EST 001, ORLANDO 001, ORLANDO 002, OSCAR OVEST 001, PALMA 001, PALMA 002, PALMA 003, PAMELA 001, PAMELA 001 BIS, PANCRAZIO SUD 001, PAOLA EST 001, PATTY EST 001, PELLICANO OVEST 001, PENELOPE 001, PERLA 001, PERLA 002, PERLA 003 DIR, PERLA 004 DIR, PERLA 005 DIR, PERLA 006 DIR, PERLA 007 X, PIERA 001, PILADE EST 001, PINA 001, PLINIO SUD 001, POLPO 001, PREZIOSO 001, PREZIOSO 002, PREZIOSO 003, PREZIOSO 004 DIR, PREZIOSO 005 DIR, PREZIOSO 006 DIR, PREZIOSO 006 DIR A, PREZIOSO 007 DIR, PREZIOSO 007 DIR A, PREZIOSO 008 DIR, PREZIOSO 009 DIR, PREZIOSO 010 DIR, PREZIOSO 011 DIR, PREZIOSO 012 DIR, PREZIOSO EST 001, REMO NORD 001, RICCIO SUD 001, ROSA 001, SAMANTA 001, SANTUZZA 001, SIRIO 001, SOFIA 001, SPADA MARE 001, SPIGOLA MARE 001, TANIA 001, ULISSE 001, VALLO 001, VEGA 001, VEGA 002, VEGA 003, VEGA 004 DIR, VEGA 005 DIR, VEGA 006 DIR, VEGA 007 DIR, VEGA 008 DIR, VEGA 009 DIR, VEGA 009 DIR ST, VEGA 010 DIR, VEGA 011 DIR, VEGA 012 DIR, VEGA 012 LD, VEGA 013 DIR, VEGA 014 DIR, VEGA 015 DIR, VEGA 016 DIR, VEGA 017 DIR, VEGA 018 DIR, VEGA 018 LD, VEGA 019 DIR, VEGA 019 ST, VEGA 020 DIR, VEGA 021 DIR, VEGA 022 DIR, VEGA 023 DIR, VEGA 024 LD, VEGA 5LD, VEGA PROFONDO 001, VENERE 001, VENTURA 001, VERA 001, ZAGARA 001.
Quanta bellezza, quanta cultura, quanta poesia, quanta nostalgia in quei nomi! E poi quel nome “GELA” ricorrente! Come si fa a non mantenere le promesse e dire basta? Perché perdersi dietro a quisquiglie quali i danni ambientali, i diritti dei cittadini e le royalties? Perché chiedere un referendum in merito alle ricerche petrolifere? E’ forse questo il messaggio di (quasi) tutti i nostri eletti siciliani?
Comunque lo richiedono ben 10 regioni e tanto basta per intraprendere l’iter referendario. Cosa chiedono i legittimi rappresentanti delle dieci regioni vigili? Citiamo una veloce dichiarazione del “presidente” della Basilicata, Pino Lacorazza: “Chiediamo che non ci siano trivellazioni entro le 12 miglia e che siano ripristinati i poteri delle Regioni e degli enti locali mettendo inoltre i cittadini al riparo dalla limitazione del loro diritto di proprietà perché, ad esempio, un articolo dello ‘Sblocca Italia’ prevede che per 12 anni sia concesso il permesso di ricerca sui terreni privati alle società estrattrici”.
Purtroppo il nostro ha da mantenere una promessa all’ENI, che a nostro avviso non è quella “ENI in Sicilia e per la Sicilia” che sognò Enrico Mattei. Vi ricordate Mattei? Fu (in qualche modo) osteggiato anche da qualche sant’uomo siciliano.
E siamo sempre più preoccupati. Temiamo proprio che un giorno ci sveglieremo e scopriremo che, per un “non frenato” esercizio dei suoi poteri, ha venduto la nostra terra e la nostra libertà al “primo” offerente: e gli eletti taceranno o magari ammiccheranno, non guardando al domani di loro stessi, dei figli, dei nipoti. Quando si dice vivere l’attimo fuggente! E ci chiediamo se per caso non subiamo le imposizioni di Roma (alias poteri vari romani), Bruxelles (alias imposizioni di poteri non elettivi dell’UE), Washington (alias poteri vari degli USA): crediamo proprio che a Palermo (a livello regionale) operano personaggi non eletti per governare la Sicilia e a qualcuno viene “attribuito” un forte potere politico, pur non avendo esercitato nessuna attività politica “in chiaro”.
Intanto, con questa non “adesione” referendaria, noi Siciliani tutti incasseremo anche la conseguente accusa di “nemici” dell’ambiente, distruttivi, per nulla amanti del bello e dell’ordine: o forse peggio.
Ma perché gli eletti e anche i non eletti debbono calpestare noi, il nostro Statuto Speciale, la nostra “nazione”?
Perché negarci quel momento di vera libertà e vera (residua) democrazia che rappresenta il referendum?